La PEC, tanto discussa su tutti i fronti, e mal tollerata da molti, ha oggi mostrato un lato estremo e temuto, su cui GuidaPec ha dato evidenza e messo in guardia in varie occasioni.
Il caso è quello portato alla ribalta in questi giorni dai giornali toscani, protagonista un’ormai storico banco di fiori sotto i portici di Piazza della Repubblica a Firenze, il cui titolare, Antonio Fabiani, si è visto revocare la licenza perché non ha dato riscontro alla richiesta di pagamento delle tasse relative all’occupazione di suolo pubblico.
Richiesta di pagamento notificata a norma di legge all’imprenditore
Come?
Via Posta Elettronica Certificata,
all’indirizzo che l’imprenditore stesso aveva indicato come proprio domicilio elettronico
diligentemente ottemperando all’obbligo di legge!
Peccato che NON ABBIA LETTO I MESSAGGI PEC che gli erano stati inviati,
e che non abbia pertanto provveduto al pagamento richiesto.
L’obbligo di legge che impone a tutte le imprese, società o ditte individuali, di comunicare al Registro Imprese il proprio indirizzo PEC è stato per lui fatale. Oggi l’impresa è chiusa, con le dolorose conseguenze che ciò comporta per la sua famiglia e per i suoi lavoratori.
Fate circolare questa notizia il più possibile, perché i piccoli imprenditori come il Sig. Fabiani, un po’ inconsapevoli dei rischi, siano sufficientemente informati su ciò che il Deposito della Pec comporta.
Vedi anche: [[Pec obbligatoria per le ditte individuali iscritte al RI]] – [[PEC, consegna, compiuta giacenza: attenti alle multe!]] – [[Quali sono i difetti della PEC?]] – [[Che cosa significa “depositare la PEC”?]]